Massimo Roca – Il Mattino (ed. Avellino)
Giuseppe Sindoni, 29 anni non ancora compiuti, è il direttore sportivo dell’anno. Succede a Nicola Alberani della Sidigas Scandone Avellino e a Salvatore Trainotti della Dolomiti Energia Trento (secondo nella circostanza). Il giovane manager della Betaland Capo d’Orlando è da sempre un estimatore della Sidigas.
A lui un pronostico sui quarti di finale playoff partendo proprio dalla sfida tra Avellino e Reggio Emilia.
«Finirà 3-0 per Avellino, al massimo 3-1».
È netto Sindoni che addirittura già si proietta all’eventuale semifinale tra gli irpini e l’Umana Reyer Venezia.
«Lì il discorso sarà differente. Attualmente Venezia è un rullo compressore. Se fino a qualche settimana Avellino si lasciava preferire, oggi la Reyer ha qualcosa in più. La Scandone ha alternato ottime prestazioni a delle uscite in cui ha avuto meno consistenza. L’infortunio di Ragland, la morte del fratello, l’infortunio di Fesenko: sono tutti elementi destabilizzanti».
Sindoni, big sul perìmetro, ma sotto canestro è cambiata molto. Ora coach Menetti ha a disposizione addirittura 5 lunghi.
«È arrivato Julyan Wright. Può essere determinante. Hanno una batteria lunghi super assortita. Credo, però, che la differenza la faranno gli esterni».
Lei ha votato Joe Ragland come migliore giocatore, arrivato per altro secondo alle spalle del bresciano Landry.
«Ragland è assolutamente il leader di Avellino. È inevitabile che il destino passi anche dalle sue mani. Subito dietro c’è Logan. Saranno loro a decidere le sorti di questa serie. Bisognerà capire quale potrà essere l’apporto di Fesenko. Come lui nessuno in serie A, forse nemmeno Radulijca a Milano, è grado di dare una dimensione interna all’attacco».
Sul perimetro, croce e delizia per entrambe. Da un lato l’alternanza di rendimento di Randolph e Thomas, dall’altro la presenza insolitamente ingombrante di Kaukenas.
«Randolph è un giocatore completo. Potrà avere un futuro importante in Europa. Thomas ha avuto dei picchi maggiori di Randolph, ha talento fisico ma è ancora più incostante. Sono convinto che entrambi potranno dare una mano. Non credo potessero fare meglio. Sono stati chiamati subito a competere ad un livello alto. Su Kaukenas cosa dire? A 40 anni è solo da applaudire. In clima playoff potrebbe esserlo ancora di più. È pur vero, però, che senza di lui Reggio Emilia era partita benissimo».
Le altre sfide playoff?
«Venezia ha già espugnato il PalaCarrara in campionato. Credo i lagunari possano chiudere anche 3-0 su Pistoia. Difficile fare pronostici su Trento-Sassari. Si deciderà tutto in gara 5».
C’è poi Milano-Capo d’Orlando.
«Abbiamo sognato questo traguardo e vogliamo onorarlo al massimo. Sono convinto che Milano non passerà al PalaFantozzi. La porteremo a gara 5. Dopo settimane tribolate, siamo quasi al completo con la sola assenza di Stojanovic: appena operato, rientrerà tra 5-6 mesi».
Il futuro sa già di Europa.
«Aspettiamo di capire se tutte le formazioni partecipanti ai playoff avranno accesso a una competizione europea – 2 posti in Eurocup più un’eventuale wild card, 4 posti in Champions oltre a Milano in Eurolega – o se qualcuna rinuncerà. Vogliamo esserci proprio nell’anno in cui, dopo oltre un decennio, in Sicilia mancherà una formazione ai vertici calcistici».
Dai playoff 2017-2018 il PalaFantozzi non garantirà più la capienza minima innalzata a cinquemila posti.
«Ci metteremo al lavoro per individuare una soluzione. Le istituzioni sono consapevoli di quanto il basket ha dato lustro a questo territorio».