Nicola Apicella – Repubblica.it
ROMA – Da quando c’è lui sono cambiate tante cose. La più importante è la classifica. Un mese e qualche settimana fa Capo d’Orlando era mestamente ultima in classifica, con una striscia lunghissima di sconfitte (otto) ad annaquare il morale e una luce in fondo al tunnel che si faceva fatica a intravedere. Poi dal mazzo Peppe Sindoni, giovane e bravo ds della Betaland, ha tirato fuori la carta (al momento) vincente: Ryan Boatright. La 23enne guardia americana, campione Ncaa con Connecticut nel 2014, ha avuto un impatto pazzesco sul campionato italiano facendo le fortune della formazione siciliana che con quattro successi nelle ultime cinque giornate ha messo tra sé e l’ultimo posto un importante cuscinetto di quattro punti.
Molto lo ha fatto Boatright, che nelle quattro partite giocate con la maglia dell’Orlandina (3 vittorie) ha viaggiato a 23,5 punti di media con il 54,2% da due e il 42,4% da tre. “Da un po’ cercavamo un giocatore per rinforzare il nostro pacchetto esterni – racconta Sindoni -. Inizialmente l’obiettivo era una nostra vecchia conoscenza, Drake Diener. Lui aveva lasciato Saragozza per problemi di salute ma c’era la possibilità che rientrasse a metà gennaio. Quando abbiamo capito che i tempi sarebbero stati più lunghi lo stesso agente di Drake ci ha parlato della possibilità di liberare Boatright dal club di D League dove giocava. Essendo alla prima esperienza fuori dall’America non ha badato molto all’aspetto economico ma ha scelto la possibilità di giocare in una squadra che più o meno gli metteva tutto in mano. Non so se è stato lui ad adeguarsi a noi oppure il contrario, sta di fatto che il suo il suo impatto è stato deflagrante. Una roba mai vista”.
L’arrivo di Boatright è stato il secondo scossone della stagione di Capo d’Orlando. Il primo era arrivato a fine 2015 quando la società aveva deciso di esonerare Giulio Griccioli e promuovere alla guida della squadra Gennaro Di Carlo, casertano, alla prima esperienza da capo allenatore dopo tanta gavetta tra A2 e serie minori. “Ho cercato di infondere fiducia ad un gruppo che ha sempre lavorato bene in palestra. E’ stata molto importante la presenza di giocatori esperti che anche nei momenti più delicati hanno continuato a veicolare messaggi positivi nello spogliatoio. Avere certi ragazzi che ti spingono a fare sempre meglio credo sia stato il valore aggiunto per uscire da questa situazione. Le vittorie poi aiutano, quella contro Venezia penso sia stata il crocevia della nostra stagione”.
Il successo di domenica scorsa contro la ”sua” Caserta ha allontanato l’ultimo posto: ”Ma bisogna tenere alta la guardia, vedere più di una squadra dietro ci fa stare meglio ma la lotta salvezza non è per nulla chiusa. Mancano nove giornate, è prematuro pensare di avercela fatta”. Con un Boatright in più nel motore, però, è tutto più facile: “Un giocatore che secondo me ha un talento infinito nell’uno contro uno, ne ho visti pochi come lui. Ha aggiunto a questo gruppo tanta certezza, determinazione. Credo che il suo talento con la capacità di esprimere gioco di squadra da parte degli altri può farci pensare di chiudere la stagione in maniera meravigliosa”. In un ambiente che nelle difficoltà ha saputo far quadrato (“quando giochiamo in casa ci sentiamo protetti da un intero popolo”) Di Carlo si sta giocando una carta importante per la sua carriera: “Vivo questa esperienza come l’occasione della vita. E’ un’opportunità che sognavo da ragazzo, credo non capiti a tutti allenare in serie A a 42 anni. Mi ritengo molto fortunato, se la fortuna però ti bacia devi essere bravo a sfruttarla appieno. Sono pronto a lottare per far sì che questo diventi davvero il mio lavoro, a rimanere a questo livello di eccellenza”.