Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Come scalare il K2. Definizione di Giulio Griccioli per presentare la sfida di domani sera tra Milano e Orlandina in programma al “Forum” di Assago (ore 18,15, diretta su Antenna del Mediterraneo). «Milano – ha detto il tecnico senese – è la squadra italiana con la serie vincente aperta, nelle vittorie casalinghe in regular season, da due anni e mezzo. Più che proibitiva, è una gara con una montagna da scalare e sulla carta non c’è discussione. Ma, fortunatamente, la carta non gioca, dall’inizio entreranno sul parquet cinque uomini da una parte e cinque dall’altra e vedremo se saremo in grado di metterli in difficoltà». Milano sarà senza il capitano Gentile (infortunato), e qualcuno ha anche detto che, in assenza del suo alfiere, gioca anche meglio. «Mi viene da ridere – risponde Griccioli – e sono d’accordo con l’illustre collega Repesa quando difende il suo capitano. Vorrei vedere che il miglior realizzatore, il migliore assist man, uno che ti fa la differenza da play, guardia o ala piccola, nessuno lo vorrebbe o che la squadra, senza, giochi meglio. Gentile è il migliore per talento, caratteristiche e responsabilità, da parte nostra dovremo essere sempre sul pezzo, soprattutto difensivamente perché Milano è una squadra che ha tantissime armi per segnare e dobbiamo cercare di non subire troppo il loro ritmo, sia fisicamente che materialmente. Se sapremo fare questo e lavorare sulle cose che abbiamo fatto meglio contro Brindisi, tornando più solidi con la nostra difesa, potremo giocarcela». Quanto conterà l’approccio? «Molto. Non c’è una partita in cui l’approccio non risulti decisivo anche se poi devi lavorare, nel corso della gara, con il ritmo e l’intensità. Se vai avanti 10-0 non è detto che vinci ma meglio questo che partire 0-10». Quindi il lavoro svolto in settimana. «Buono, anche stavolta abbiamo potuto allenarci al completo e disputando una amichevole a Barcellona proficua. Lavoriamo in maniera tosta, dura, decisa, sperando in una grandissima impresa a Milano o, almeno, di giocare una buona partita. Dobbiamo giocare – conclude Griccioli – con le nostre regole e caratteristiche, energia e aggressività, altrimenti sarebbe un confronto impari». Per la prima volta in sala stampa anche Vojislav Stojanovic. «Il mio recupero – ha detto la guardia serba – procede benissimo ma per essere al massimo ho bisogno ancora di due-tre settimane. Non sono soddisfatto dei miei primi 21′ nel campionato italiano perché posso e voglio giocare meglio». Quando Capo d’Orlando ti ha ingaggiato ti hanno definito come un sicuro prospetto Nba. «I giornalisti italiani e quelli locali sono veramente benevoli verso di me, li ringrazio – sorride Stojanovic – al contrario dei cronisti serbi che non mi descrivono così. A me interessa lavorare, allenarmi, progredire e stare nel contesto di questa squadra, poi si vedrà».